Gli anni Sessanta sono stati, sicuramente, per l’Italia un momento unico e irripetibile. Si sentiva il bisogno di lasciarsi alle spalle, definitivamente, gli orrori e le devastazioni della guerra per lanciarsi nel futuro con una vena creativa e progettuale senza precedenti.
In questo contesto, Milano si trovò essere, improvvisamente, una specie di guida morale e economica del Paese: modificò radicalmente il suoi aspetto svettando verso l’alto con nuove costruzioni come il Pirellone, la Torre Velasca, la Torre Galfa di via Fara e dal basso con la nascita di nuovi quartiere periferici e grandi agglomerati popolari tra i quali Quarto Oggiaro, Olmi, Gallaratese, Gratosoglio e Comasina.
In questi giorni, e fino al 9 febbraio 2020, la mostra Milano anni ’60, a Palazzo Morando, a cura di Stefano Galli, ripercorre quel decennio attraverso fotografie, manifesti, riviste, arredi e oggetti legati a quegli anni.
Realizzata con la collaborazione di Milano Cultura, Direzione Musei Storici e Questura di Milano, sotto il patrocinio della Polizia di Stato e della Regione Lombardia (sponsor ATM), è un viaggio nella storia della città attraverso le iniziative culturali e le spinte imprenditoriali che ne hanno cambiato il volto. Dalle tangenziali milanesi, al tratto Milano-Piacenza della A1, infrastrutture che hanno facilitato lo scambio delle merci, alla grafica pubblicitaria chiamata a ripensare i nuovi brand, basti pensare a Franco Albini e Bob Noorda.
Sono questi gli anni di famosi nomi del design, che crearono oggetti ancora oggi di grande modernità, come Munari, Zanuso, Gio Ponti e Sambonet; gli anni di Lucio Fontana e Piero Manzoni; di aziende storiche come Brionvega, Cassina, Kartell, Artemide e Flos.
Ma sono anche gli anni della grande musica: i Beatles al Vigorelli, i Rolling Stones al Palalido, Jimi Hendrix al Piper che a casa nostra videro affermarsi Enzo Jannacci, Gaber, Celentano e del jazz che trovò casa nei numerosi club della città.
Un decennio irripetibile, un lungo sogno dal quale Milano si svegliò all’improvviso quel maledetto 12 dicembre 1969 a piazza Fontana. E con l’infrangersi di quel sogno finisce la mostra con le immagini della strage, i funerali, i documenti e gli oggetti di quel drammatico giorno.
cristianaacquati@gmail.com
foto: Milano, “ghisa” in attesa del metrò, archivio Carlo Orsi
Milano anni ’60
a cura di Stefano Galli
Palazzo Morando, via Sant’Andrea 6, Milano
fino al 9 febbraio 2020
orari: martedì-domenica 10 – 20; giovedì 10 – 22,30 (la biglietteria chiude un’ora prima)
info e prenotazione visite guidate al 327 8953761
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