Pigri sì, ma che fatica!

Il libro, fin dal titolo,  parte da un paradosso: i pigri, per essere tali devono lavorare tantissimo.

Sembra strano, vero, ma leggendo il libro La fatica di essere pigri di Gianfranco Marrone, pubblicato da Raffaello Cortina Editore, allora l’arcano si svela.

L’autore inizia raccontando la storia del protagonista di Alexandre… un uomo felice, film francese del 1968 con Philippe Noiret. Questi, vessato da una moglie iperattiva che dà ordini e lo tratta male, una volta rimasto vedovo, decide di dedicarsi alla sua arte preferita: il dolce far niente, ma per realizzare questa situazione deve prima adoperarsi per realizzare le giuste condizioni, necessarie alla situazione desiderata. Deve inventarsi un sistema di carrucole e di ganci per alimentarsi stando a letto, deve avere a portata di mano strumenti a fiato per non annoiarsi e, soprattutto,  deve insegnare al cane ad andare a fare la spesa. Un’impresa, sinceramente, non da pochi, che suscita nel paese critiche e ilarità.

Alla fine si intuisce che quella di Alexandre è una reazione a un sistema di valori basato sul lavoro e poi ancora lavoro (saranno proprio i suoi operosi compaesani a buttarlo giù dal letto) nel quale il far niente, il rimanere fermi, è impensabile e mal considerato. Insomma la pigrizia non è socialmente accettata, praticamente da sempre.

Ma, cos’è veramente la pigrizia?

Diversa dall’otium romano e dall’accidia ecclesiastica, su di lei si è scritto di tutto, dai proverbi popolari alle fiabe russe. C’è chi ne fa un vanto, chi la deride e chi ci aspira, da Oblomov (Ivan Aleksandrovič Gončarov, 1859) a Paperino. E in gioco c’è sempre la rivendicazione di stanchezza, di riposo, l’esigenza del non fare, forse il bisogno di spazi, momenti, propri in cui poter finalmente riflettere, magari sotto le lenzuola, spenta la sveglia, tranquillamente e in solitudine.

Marrone analizza la pigrizia da un punto di vista letterario, filosofico e antropologico, in modo serio e divertente, lasciandoci questa morale: essere pigri è difficilissimo, bisogna faticare molto per riuscirci. Soprattutto in tempi come  i nostri, così iperconnessi e votati quasi esclusivamente a necessità produttive, dove il far niente è tutt’altro che scontato, ecco che bisogna rivendicare la pigrizia come un diritto fondamentale, come un esercizio di libertà, come un atto di ribellione.

E se un antico haiku recita saggiamente: «Seduto pacificamente senza far nulla, viene la primavera e l’erba cresce da sola», io, più modestamente, vi lascio con la frase di Snoopy forse a me più congeniale: «Se fossimo stati creati per schizzare fuori dal letto appena svegli, ci avrebbero messo a dormire nel tostapane».

C’è molto su cui meditare.

cristianaacquati@gmail.com

foto: Cristiana Acquati, «Gatto di Chora», Alonissos, Grecia

La fatica di essere pigri

Gianfranco Marrone

Raffaello Cortina Editore

Milano 2020

pagg. 164 (con tavole a colori)  euro 14,00; ebook euro 9,99