Italia in trincea

Il 28 giugno 1914, alle ore 10.30 a Sarajevo, l’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo-Este, erede al trono asburgico, e sua moglie Sofia perdono la vita in un attentato portato a termine dal serbo bosniaco Gravilo Princip : casus belli che darà formalmente inizio alla Prima Guerra Mondiale. Appena un mese dopo, infatti, L’Impero Austro Ungarico dichiarerà guerra alla Serbia dando il via a un conflitto senza precedenti che vedrà schierarsi le maggiori potenze mondiali in due blocchi contrapposti.

Un conflitto estenuate che costerà milioni di vite fino a quella fatidica battaglia di Vittorio Veneto quando l’VIII armata italiana passerà il Piave a Susegana, con la cavalleria lanciata all’inseguimento degli austro-ungarici in fuga. L’Austria aveva capitolato.

A Padova, il 3 novembre 1918, alle ore 15, nella villa del conte Vettor Giusti del Giardino, Italia e Austria-Ungheria firmeranno l’armistizio con la clausola che sarebbe entrato in vigore 24 ore dopo. Così, il 4 novembre, verso le 16, le armi cominciarono finalmente a tacere. La guerra era finita.

Sono passati ormai cento anni da quel giorno e fra le tante celebrazioni che ricordano quella firma storica si inserisce anche la mostra allestita alla Scuola Sociale Accademia delle Arti di Melegnano curata da Luigi Generani e allestita con pezzi, anche rari, che provengono dalla sua collezione e da quelle di altri appassionati come l’Associazione Filatelico Numismatica melegnanese.

Cartoline e lettere dal fronte, quadri, manifesti, fotografie scattate sui luoghi del conflitto che, a colpo d’occhio, fanno subito notare la differenza tra l’abbigliamento dei nostri soldati e quello degli alleati: fasce mollettiere e scarponi sfondati contro cappotti pesanti e stivali “veri”.

Una trincea, impiantata per l’occasione, con tanto di sabbia e filo spinato, racconta la vita quotidiana dei fanti tra gavette e maschere anti gas mentre la ricostruzione della stampella di Enrico Toti ricorda quel giovane bersagliere irregolare, perché privo di una gamba, che perse la vita sull’Isonzo. Verrà immortalato, ferito a morte, da Achille Beltrame su una copertina della Domenica del Corriere nel gesto di lanciare la sua stampella contro il nemico, incitando i compagni all’assalto. E proprio attraverso le indimenticabili copertine disegnate da Beltrame si ha una carrellata storica sui quei tempi bui, da Sarajevo in poi.

Un pannello commemorativo che celebra tutti i reduci e i caduti di Melegnano fa da sfondo a manichini in divisa compresa quella di una crocerossina, figura sempre un po’ in disparte rispetto alla visione eroica del soldato, ma che prendiamo a esempio per raccontare un altro, importante, evento sociale di quei tempi. Mentre gli uomini combattevano al fronte, infatti, nelle città e nelle campagne senza più manodopera, le donne trovarono il coraggio di uscire dalle loro case per prendere in mano le redini di un tessuto sociale che si stava frantumando. Superando quel secolare ruolo che le voleva solo madri, mogli, sorelle o al massimo amanti, diventano spazzine, postine, guidano i tram, entrano nelle fabbriche come operaie, lavorano la terra. Che gridino pure allo scandalo i benpensanti, grazie a loro il Paese può tirare avanti.

A guerra finita, però, si devono fare i conti. Quelli economici, perché il conflitto aveva prodotto un debito pubblico impressionante, e il conto dei morti, dei mutilati, delle vedove e degli orfani. Senza parlare del lavoro che mancava, delle terre da coltivare rimaste solo una promessa, dell’industria che faticava a riconvertirsi e della spaventosa inflazione.

Il Paese era in ginocchio, ma guardava al futuro con speranza e si parlava di rinascita. La storia, invece, era già pronta a raccontare tristemente cose diverse.

Alla Scuola Sociale Accademia delle Arti dal 27 ottobre alle 18.

cristianaacquati@gmail.com

Foto: Tregua di Natale del 1916, fanti italiani (a sinistra) con truppe americane e inglesi. Archivio Luigi Generani

Italia in trincea (1915-1918)

a cura di Luigi Generani

Scuola Sociale Accademia delle Arti

via Marconi 21, Melegnano

dal 27 ottobre al 4 novembre 2018

da lunedì a venerdì dalle ore 16 alle 19; sabato e domenica dalle ore 10.30 alle 12 e dalle 16 alle 19